Wednesday, March 08, 2006

2 poems in Italian


The following are another two poems of mine I wrote in the mid-1990s when I was studying in Florence. When I read them again many nice memories, people and different corners come into my mind. I used to attend lectures during mornings and afternoons. However, during the evening I used to walk the streets in the historical centre either alone or with friends. One of my favorite places were the many bookshops which sold new, bargain and second-hand books. Among the bookshops I remember are the Feltrinelli, the Le Monnier, and there was another big one in Piazza Repubblica with a big coffee-shop upstairs. Visitors used to crowd the centre all day long, up till the latest hours, in order to frequent the nice cafes of see the Renaissance city and monuments by night. The historical Florence seemed to have a daily quarrel with the modern Florence full of traffic, panic and noise and air pollution. I also remember some pleasant scents like that of coffee or sweets (typically Tuscan) coming out of the cafes or the confectioneries, or that of leather coming out from the shops selling handbags, shoes, jackets, sachels, or from the market stalls like those of San Lorenzo or Mercato del Porcellino. In the photo one can see the Ponte Vecchio on the Arno river.

Tutto scorre

Dorme ad occhi aperti, fissi
sogna, in giro nel centro di Firenze
col cuore infranto.
E intanto
scorre vicino una folla anonima
scorre un’umanità deforme
scorrono immobili il Davide, la Loggia,
gli Uffizi, il Vecchio Palazzo,
il Ponte Vecchio.
Niente e nessuno lo rallegra.
La guarda negli occhi, le labbra carnose,
le guance due soli al tramonto,
bionda la chioma, e un sorriso
porta al paradiso.
Cammina con lei vicina, le scappa un sorriso,
si scherza e talvolta si sfiorano
gli sguardi s’incrociano.
Ma teme che non ci sia seguito a questo
loro cammino mai iniziato.
I graffiti sui portici lungo l’Arno
i messaggi d’amicizia
i giuramenti d’amore.
si fermano all’argine…
E come se aspettassero che
uno di loro respirasse
le parole magiche.
E come se cercassero fra le scritte
una risposta.
Ma il tempo scorre senza un sì o un no.
Si guarda dentro le acque fangose del fiume
- che scorrono lente, ma scorrono -
senza scorgere il proprio riflesso,
e intanto due cuori battono,
due pensieri
partiti da due punti distinti
s’incrociano…
Ma manca l’inizio
manca la fine.

Volo di rondini

Giocose, gioiose, gaie
un gioco eterno
s’inseguono
nei cortili assolati sui tetti rossi di Firenze.
Si sveglia l’uomo, con la testa pesante il mattino
mentre loro stanno già volando leggere
fischiando, squillando
alternando momenti di silenzio
a momenti di baldoria.

S’infischiano dei clacson, del traffico
s’infischiano del martellio del martello pneumatico.
Si lasciano accarezzare dalle iridi dorate
che le trasmuta in creature bianche
anche se per un istante.

Il mondo umano eternamente sonnolente
reso automa dalla rutina cittadina
è lontano
e le rondini spensierite, ma colme di vigore
segnano l’aere di linee e cerchi invisibili.
A loro piace l’aria ancora fresca
del presto mattina e del tardi sera.

Sono sparite le rondini
l’atmosfera si fa pesante e afosa
e intanto si ritirano in eterei rifugi
mentre l’uomo continua a servire
un destino di travaglio.

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